
Una mappa riflessiva come dispositivo di ricerca per una desovranizazione dal basso prodotta dal collettivo Gesturing Towards Decolonial Futures. Originale al link https://decolonialfutures.net/portfolio/anti-assholism-memo/comment-page-1/
«La modernità coloniale, specialmente nella sua configurazione contemporanea, proietta un potente incantesimo narcisista a tonalità iper-individualista, iper-consumista e (auto) distruttiva. Attraverso l’educazione formale, i social media e i pacchetti di incentivi professionali, sia le culture mainstream che le contro-culture incoraggiano e premiano comportamenti tossici. Che includono la nostra percezione di separatezza dagli altri e dalla “natura” e il senso di una “eccezionalità” che giustifica meriti e supposte autorevolezze morali ampliando la rivendicazione di ciò che di dovuto a priori ci “spetterebbe” in un posizionamento di autonomia senza responsabilità.
Siamo inconsciamente condizionati a riprodurre comportamenti che sostengono la distruzione delle reti relazionali che ci nutrono, ivi compreso il pianeta di cui facciamo parte e da cui dipendiamo. Se le nostre culture contemporanee non possono offrirci una via verso la sobrietà e la maturità collettiva o un compasso per riparare i danni e per costruire relazioni basate su rispetto, reciprocità, consenso, fiducia e response-abilità, l’estinsione della specie umana è dietro l’angolo.
Rendersi conto che siamo TUTTI incasinati e che siamo diventati stronzi potrebbe essere uno (o il solo) dei modi per rompere l’incantesimo della modernità coloniale, per iniziare processi di disintossicazione attraverso il penoso lavoro di sgombro e compostaggio di cui abbiamo bisogno per uscire dal casino che abbiamo creato.
Nella nostra ricerca collettiva sullo stronzismo stiamo cercando di esplorare sia i sintomi che le possibili radici del problema. Queste sono alcune delle domande che ci siamo posti:
Quali pulsioni consce e inconsce socialmente valorizzate ci impediscono di costruire relazioni basate su fiducia, reciprocità e rispetto? Come beneficiamo personalmente da queste pulsioni? Come veniamo ricompensati socialmente quando riproduciamo questi comportamenti?
Stiamo cercando di mettere alla prova diversi esperimenti volti a interrompere questi schemi di comportamento che possono limitare la nostra capacità di costruire relazioni generative. Uno di questi esperimenti consiste in una lista di suggerimenti anti-stronzismo che potrebbero servirci da compasso per
a) ciò che non dovremmo mai fare
b) ciò che dovremmo fare sempre meno
c) che dovremmo fare solo con autenticità
d) ciò che dovremmo praticare comunque a prescindere dall’ “autenticità“ (per es. essere gentili)
Ora stiamo mettendo questo dispositivo alla prova ore vedere se attraverso pratica e ripetizione, la seguente lista può aiutarci a ricablare schemi di comportamento inconsci dannosi. Siete invitati a partecipare all’esperimento.
L’invito è di leggere innanzi tutto la lista e osservare come reagire ai suoi suggerimenti e alle sollecitazioni che contiene. Che cosa raccontano le vostre reazioni? Prestate particolare attenzione a cosa solleciti un senso positivo (o negativo) di autostima e di come questo potrebbe già essere un importante segnale di distorsione immaginaria (quando pensiamo a noi stessi come “più avanti” o “da un’altra parte” in questo processo di quanto non siamo realmente)
Potrebbe essere d’aiuto ricordare che quando ci si impegna in processi generativi il sé diventa iper-riflessivo (e consapevole dei passi indietro e delle difficoltà insite in questo genere di lavoro), il che significa non essere mai certi di rispondere davvero in modo generativo nei momenti di crisi o conflitto. Come un alcolista che si sta riabilitando, non si può mai dare per scontato di aver “risolto il problema”. Come accade con altre dipendenze, lo stronzismo che abbiamo incorporato dalla modernità coloniale può essere un disturbo che si cura, ma è più prudente presumere che non sia curabile.
Mentre leggete questa lista di suggerimenti cercate di immaginare come ogni aspetto potrebbe risuonare con il controcanto di un campo relazionale radicato nella fiducia, nel rispetto, nella reciprocità, nel consenso e nell’impegno responsabile a dar conto del proprio operare.
Ciò che non dovreste mai fare
- Pensare di non far parte del problema
- Sentirsi a priori nel giusto
- Aver ragione a tutti i costi (come arbitri della verità, della bellezza, della giustizia e/o della moralità)
- Essere arroganti o vanesi
- Rispondere male o in modo sprezzante
- Essere crudeli o maliziosi
- Avere atteggiamenti condiscendenti o paternalisti (presumendo di poter “aiutare” gli altri)
- Svalutare altre esistenze (denigrando)
- Dar per scontato di essere più importanti
- Rimettere qualcuno “al suo posto”
- Pensare di “farla franca”
- Ritenersi immuni da responsabilità
- Fare di questa stessa lista un’arma.
Ciò che dorreste fare sempre meno per poi smettere del tutto (ammesso che sia possibile)
- Pensare di essere uno di quelli “giusti”
- Offrire consigli non richiesti (“dovreste”). Non funzionano
- Fare i saccenti
- Condividere battute truci o sarcastiche con persone a cui risulta tossico.
- Mettervi in una posizione di supervisione
- Consumare per compensare il sentimento di vuoto, di ansia o di tristezza.
- Pensare che gli altri esistano per essere al vostro servizio o strumentalizzare le relazioni per sentirvi meglio
- Rendere invisibile il lavoro umano e di altre entità viventi che sono necessarie per la nostra esistenza
- Approfittare di altri per beneficio personale
- Investire nella futurabilità/continuità di sistemi insostenibili
- Permettere ai vostri traumi e insicurezze di governare le vostre decisioni. Immaginare una dinamica generativa del trauma implica un lavorio di cura, compostaggio, integrazione di insegnamenti e imparare a mollare il controllo. La sola consapevolezza del trauma è insufficiente.
- Occupare spazio collettivo per cercare conferme personali o senza avere considerazione per il tempo degli altri.
- Utilizzare la propria vittimizzazione come moneta per promuovere sé stessi
Cosa dovreste provare a fare più sovente e più autenticamente (quindi non come “sacrificio”)
Ascoltate le vostre risonanze problematiche, specialmente se toccano la riproduzione inconscia di un comportamento sistemico dannoso. Ascoltate davvero.
- Siate umili
- Disarmate e siate disarmanti: offrite una critica gentile, onesta e che vi implica quando riportate altri alle loro responsabilità
- Siate intelligentemente sciocchi, non temete il ridicolo.
- Ammettete di aver avuto torto, che avete torto e che avrete torto.
- Perdonate e chiedete scusa.
- Considerate che ci sono altre persone con voi che sanno sentire e i cui bisogni sono importanti quanto i vostri
- Date priorità ai bisogni di altri più spesso, e poi scordatevene, non tenete conti.
- Perdonate e dimenticate i debiti che altri hanno nei vostri confronti
- Ricordate e ripagate i vostri di debiti
- Siate ospitali nei confronti di critiche e auto-critiche, ringraziate quanti riescono a offrirle con grazia.
- Manifestate un rispetto incondizionato (accettare l’altro non significa sponsorizzarlo).
- Notate ciò che non riuscite a imparare da conflitti ricorrenti, osservando i vostri schemi di resistenza.
Cosa dovreste fare sempre di più (provateci a prescindere da come vi sentite)
- Siate gentili, generosi, premurosi e pazienti
- Siate grati, coraggiosi e intelligentemente intrepidi
- Ridete di voi stessi
- Permettetvi di essere sorpresi
- Date spazio ospitale alla gioia, all’umorismo e alle risate
- Coccolate – il vostro corpo non le vostre narrazioni
- Fate ciò che è necessario più di ciò che volete
- Scegliete di fare qualcosa che vi risulta difficile
- Tendete la mano alle cose dolorose se vi verranno a visitare (e lo faranno)
- Siate curiosi, osservate voi stessi senza investire in narrazioni di successo o fallimento, siate scettici rispetto alle vostre opinioni.
- Ampliate la vostra capacità di fare spazio a complessità, incertezza, pluralità, ambiguità e volatilità; accogliete i doni generati dai vostri fallimenti.
- Siate sempre rispettosi e sospettosi, dite ciò che apprezzate degli altri senza alimentare insaziabili desideri di validazione, gratitudine o conferma (in voi stessi o negli altri)
- Sviluppate un discernimento stratificato come obiettivo di tutta una vita e di una vita ampia, specialmente quando risulta difficile o complicato. Seceglitw le vostre battaglie con cura, quando potete.
Ricordate: tendiamo a giudicare gli altri in base alie loro azioni e giudicare noi stessi in base alle nostre intenzioni. Siate compassionevoli con gli altri e iper-attenti alle forme di indulgenza che rivolgiamo a noi stessi.
Esercizi per amici/parenti e compagni di vita:
- scrivi una lista di cosa ti farebbe sentire più vicin* a ______ [inserire il nome di un altr* significativ* – uman* o non uman*]
- Scrivere una lista di cosa farebbe sì che _______ si sentisse davvero più vicin* a te.
- Scrivi una lista delle cose difficili che sarebbe necessario superare per propiziare un’evoluzione generativa della relazione.
- Scrivi una lista di cosa ti impedisce di farlo.
- Scrivi una lista di possibili future ripercussioni (per te ed altri) della tua difficoltà a gestire diversamente la situazione
- In cosa si radica la tua convinzione? E’ sostenibile? Hai un sufficiente senso di urgenza e dai sufficiente importanza alla sfida del difficile lavorio necessario per dis-investire in comportamenti dannosi e mettere energia nell’incerto processo di ricablarti verso la costruzione di relazioni più generative? Fai una lista di tre cose che dovresti ricordare quando cedi alla frustrazione, alla spossatezza e allo scoramento rispetto alle sfide di questo processo.»