dal lemma ‘accelerazionismo’

Cominciamo a condividere nel blog qualche frammento/citazione dal Lessico della crisi e del possibile a brevissimo in uscita. L’auspicio è promuovere commenti, moltiplicazione dei punti di vista e delle forme (immagini, parole e suoni)

 

«Modernità è sinonimo di accelerazione. Da quando il mappamondo ha sostituito altre ‘sfere’, immaginando lo spazio e la sua conquista come la ‘sfera del mercato’, le possibilità esponenziali profitto hanno trasformato sia umani che natura in energia da sfruttare. La prospettiva coloniale ha implicato la riduzione di tutto il vivente a ‘risorsa’ da cui estrarre profitto (vedi voce estrattivismo).(…)

Lévi-Strauss aveva intuito con precisione il cuore di tenebra dell’occidente quando diceva che le società ‘calde’ richiedono di aumentare costantemente la quantità di energia che ognuno può consumare. Ma la sottrazione di mondo, il famoso ‘deserto del reale’, irrompe a volte per un istante a turbare quanti optano per la scorciatoia del diniego. (…)

Si potrebbe al contrario immaginare di «restare col danno» vivere nelle rovine del capitalismo, rifondare una dimensione relazionale a partire dalla co-vulnerabilità e includere in questa nuova coscienza anche la crescente vulnerabilità della Terra e anche il suo scontento.

Vale allora ricordare la considerazione di Rene Char: «Oggi siamo più vicini alla catastrofe dell’allarme stesso e ciò significa che è giunta l’ora di ricomporre un equilibrio (bien-être) nella sventura, anche se ciò avesse l’apparente arroganza di un miracolo».

[Fabrice Olivier Dubosc]