Ricordate Consensualizzare con Tenerezza radicale? pubblicato nel blog qualche mese fa?
“Tenerezza radicale” è un testo di Dani d’Emilia scritto insieme a Vanessa Andreotti, il testo fa parte del progetto del collettivo Gesturing Towards Decolonial Futures (GTDF) volto a attivare pratiche politiche di cura riconfigurando le connessioni tra ragione, affetti e relazionalità. Ne ho curato la traduzione, la lettura e la scelta improvvisata delle immagini (povere) a partire da quello che avevo sul cellulare. aggiungendo la sequenza centrale di danza tratta dallo spettacolo “fuori campo” con regia di Guido Mannucci e coreografato da Riccardo Novaria. Ballerina Lucia Mauri. Il clip con zaghroutah è interpretato da Wiisal Houbabi.
“Tenerezza radicale” è un dispositivo ispirato dalla pratica artistica di Dani d’Emilia e consiste in una serie di esercizi con un testo scritto insieme a Vanessa Machado de Oliveira Andreotti, Co-sensualizzare con Tenerezza Radicale fa parte del progetto di decolonizzazione dell’educazione del collettivo Gesturing Towards Decolonial Futures (GTDF) https://decolonialfutures.net. Questo testo cerca di attivare una pratica politica di cura che riconfiguri le connessioni tra ragione, affetti e relazionalità. Siete invitati a rileggere il testo ogni volta che vi sentite sconcertati, spaesati o scombussolati nel rimettere in discussione passate cartografie.
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
accettare l’invito che ci fa essere presenti.
L’invito a sintonizzarci con il corpo collettivo – umano e non umano.
Prendere nota di tutte le pelli e i luoghi che abitiamo, le ossa e le terre su cui poggiamo e che reggono il nostro peso.
Sentire l’intreccio con ogni cosa, comprese quelle brutte, spezzate e incasinate.
Mettersi in relazione al di là dei desideri di coerenza, purezza e perfezione.
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
integratersi con un ben più ampio metabolismo, con una temporalità molto più lunga di quella del corpo umano.
Seguire un tempo a-normativo e a-lineare
Disattivare la brama di protagonismo, grandezza e lascito.
Smettere di temere la paura, l’incertezza e il vuoto.
Restare aperte e aperti ai doni della disillusione e del dissolversi.
Lasciare andare senza crollare.
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
ballare al di là del circuito di identificazioni e disidentificazioni, al di là di ciò che piace e che non piace.
Smettere di cercare di dar forma alla realtà a partire dalle compulsioni narcisistiche che chiedono piacere, conforto e convenienza.
Interrompere le forme di dipendenza dal consumo, non solo di “cose” ma anche di conoscenze, esperienze e relazioni.
Mollare possessi e possessività.
Rinunciare alle fantasie di comprensione, consenso e controllo.
Disarmare, sgombrare e decentrarsi.
Curiot
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
Fare spazio all’ignoto e al non sapere, in voi stessi e negli altri.
Cercare una sensorialità piena più che la pienezza del senso.
Nutrire uno stato di meraviglia aperto, senza intrappolarlo sempre in ciò che ha senso.
Non rendere l’ “essere” ostaggio del “conoscere”.
Sviluppare una creatività non limitata al piano discorsivo.
Recuperare le capacità esiliate, ampliare la sensibilità e dis-immunizzare le intimità.
Prendere atto di come pensieri ed emozioni siano anche processi biofisici.
Ascoltare autorevoli voci non umane e aver cura della nostra relazione con esse.
Restare aperte nei confronti di ciò che non si può e forse non si potrà mai capire
Non ricoprire ogni cosa con un velo interpretativo; far tacere il rumore di fondo che ci impedisce di andare più a fondo e di relazionarci in modo più ampio.
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
Restare ricettive e ricettivi agli insegnamenti delle nostre ombre.
Fare il lutto delle nostre illusioni, compostare la merda, fermentare noi stess*.
Imparare dagli errori ripetuti. In futuro farne solo di nuovi.
Scoprire un intero autobus di passeggeri e di creature differenti in voi stesse.
Guardarsi allo specchio e lasciare andare la paura di deludere, di essere rifiutate e abbandonati.
Guardare in faccia le nostre collusioni con la violenza e disinvestire in arroganza, superiorità e status.
Lasciare andare la paura di “non essere all’altezza”, la pressione di “essere migliori” e il bisogno di conferme.
Offrire i doni del fallimento. Tutti e tutte sbagliano, tutte e tutti piangono.
Disattivare le aspettative di appartenenza e provare invece a disimparare la logica della singolarità ad ogni costo.
Accogliersi in quanto carine e patetici, essere coraggiosamente vulnerabili.
Co-sensualizzare con TENEREZZA RADICALE e…
Far spazio affinché nuove forme di coesistenza ci incontrino.
Rinunciando all’autonomia assoluta e all’ossessione formale. Trovando stabilità nel ritmo sotteso al movimento.
Attivando il senso dell’ascolto in ogni parte del corpo diventando testimoni nell’aver cura.
Ascoltando la saggezza inespressa di ognuno, nutrendo e accogliendo ciò che è intrinseco piuttosto che ciò che è funzionale e produttivo.
Ricordate che le nostre medicine sono sia indispensabili che insufficienti.
Proteggiamoci a vicenda, pariamoci reciprocamente le spalle invece di aderire nel mero consenso.
Sintonizziamoci invece di empatizzare. Non è la stessa cosa.
Notate come ci muoviamo tra aree di agio, di tensione e di panico.
Aumentate la cura proporzionalmente al rischio. Fatelo con umiltà, generosità e rispetto.
Osservate le cose dolorose e difficili col sentimento di volerle davvero guardare.
Sentite il dolore della terra che ci attraversa.
Capite che la terra non è un’estensione dei nostri corpi, semmai il contrario.
Rendete collettivo il cuore, di modo che si apra e non si spezzi. Che contenga il dolore del e nel mondo, senza anestetizzarsi e senza esserne divorato.
Testimoniate di “poter essere” in modo plurale, “io e te”, “io in te”, e “noi” come “né io né te”.
Smettete di essere o questo o quello, siate entrambi e di più e oltre.
Abbiate cura delle ferite che si aprono quando la pelle di un corpo si tende e strappa per ricevere ed essere riconfigurata.
Allenate i vostri muscoli intellettuali, politici e affettivi per far fronte alle intemperie e per prepararvi a maratone su terreni impervi.
Dissolvete i limiti e i pesi del corpo, permettendo ad altre ed altri di muoversi attraverso, con e per noi.
Simona Sala
Co-sensualizzate con TENEREZZA RADICALE…
e praticate un distacco appassionato.
Offrite cure palliative al mondo distopico che sta morendo dentro e intorno a noi.
Digerite gli insegnamenti che ci offre la morte.
Co-sensualizzate con TENEREZZA RADICALE
e collaborate alla nascita di qualcosa di nuovo, senza soffocare ciò che sta nascendo con proiezioni e idealizzazioni.
Co-sensualizzate una TENEREZZA RADICALE….
invocando ed evocando – con un movimento duplice e simultaneo – una pratica politica di cura e ben-essere che va al di là di ciò che l’intelligenza umana può comprendere . Consentitevi di essere un tramite partecipe di questo processo, con fluidità e mobilità.
Esercizio
Leggete nuovamente l’invito a co-sensualizzare con tenerezza radicale, facendo attenzione alle cinque frasi che vi parlano più direttamente. Curate un testo che includa queste frasi e create esercizi artistici visuali, affettivi o kinestetici o qualche routine che vi aiuti a ricordare questi messaggi nella vostra vita quotidiana. Provateci per un mese, poi tornate al testo e ripetete l’esercizio con altre frasi.